lunedì 30 settembre 2013

Racconti di paura

È un incubo senza fine quello Italiano. L'ultimatum di una settimana per mettere in campo una ricetta impossibile. Stranamente coincidenza di date con il  voto della commissione sulla decadenza da senatore. Gli occhi sbarrati degli italiani increduli sembrano quelli orribili di un film di Dario Argento tenuti aperti da aghi.

Cosa può accadere di più pauroso che guardare questo spettacolo di massacro pulp condotto senza alcun rispetto per l'estetica? Facile rispondere: il prossimo passo. Sì perché seppure si spera che ci siano molti caduti da una parte e dalle altre, in realtà sarà ancora una volta una tragica finzione cinematografica dove tutti si rialzeranno e si scrolleranno il sangue finto coagulato pronti per la prossima scena...

È forse quello che in realtà ci piace,  popolo litigioso e ridicolo che vuole potersi dedicare al pettegolezzo mutandaro. Senza indignarsi troppo, ma potendo urlare e fare caciara.

Ora si può solo aspettare. Ma cosa? Ecco, è a questo che chiedo risposta...

Auguri speciali

Sono in ritardo questi miei auguri speciali. Ma erano auguri cbe andavano celati fino alla fine.

Sono stato a Napoli per il compleanno di mio fratello. Mi aspettava ignaro ma speranzoso e non è rimasto deluso. Io ben più felice di esserci stato.

Ma il senso di un compleanno è quello di un augurio di vita migliore. Esso si estende dalla persona interessata a tutti quelli che hanno un ruolo intorno a lei. È la speranza che le ruote dentate della vita prendano a girare robuste incastrandosi fortemente, ma scivolando bene sulle altre. In fondo l'augurio a chi vogliamo bene non è altro che un egoistico desiderare che staremo bene noi...

Oggi sono tornato in Svizzera con il sogno che tutto possa migliorare giorno per giorno. Non ho idea come. Ma in questi giorni tali e tante sono le cose che succedono e riescono a preoccupare, che mi va di augurare a tutti quelli che leggono con una preferenza per quelli che amo, che il loro presente e futuro in qualche modo prenda un felice sbuffo di vento in quella vela che pende e ha bisogno di tirare forte verso una destinazione improvvisamente piena di soddisfazione...

venerdì 27 settembre 2013

Attualità

Da un po' di giorni non guardavo il telegiornale italiano. Niente di nuovo: con il tempo a disposizione spesso mi dedico a varie attività poco impegnative e per questo significativamente più rilassanti. Ovviamente non sentivo particolarmente la mancanza della solita politica dell'emergenza né dei suoi improbabili protagonisti concentrati inevitabilmente in una seria farsa di interessi minori, ma decisamente superiori a quelli della popolazione intera d'Italia.

Il fatto grave e fondamentale è che l'attualità non è mai concentrata sul paese, ma su una infima minoranza di persone che dovrebbero essere rappresentati delle istanze generali,  e invece non si occupano di altro che di se stessi e della loro sopravvivenza politica che corrisponde ad un ricco piatto a tavola. Questa volta sotto accusa è tutta la classe politica, nessuna distinzione. Se Berlusconi riesce ancora una volta a far passare i suoi personali come problemi nazionali,  gli avversari sono in perenne ristrutturazione. E intanto l'economia soffre. E se essa fosse un argomento astratto non ci sarebbe tanto da lamentarsi,  ma purtroppo la vita serena di tanti è compromessa da questo bombardamento di inutilità.

Nell'assenza di idee,  nella profonda ignoranza di chi si presenta per guidare delle persone,  l'informazione e I mass media contribuiscono a non fare chiarezza,  ma solo chiacchiere. Perché il piatto piange clamorosamente. Si propongono solo toppe per l'emergenza. Niente che somigli a un piano pluriennale. È questa una politica degna?

Secondo me si può facilmente definire assurda e attuale. Assurda nella sua folle e maniacale ricerca di chiacchiere senza fatti. Attuale perché costantemente legata esclusivamente all'istante, al momento che conta più di ogni altra ipotesi di lungo termine.

Il problema che resta è se l'attualità sia sufficiente a far sopravvivere una nazione e sostanzialmente un gruppo di persone altamente disomogeneo che pure abita all'interno dei suoi confini territoriali, ma al di fuori di quelli della realtà.

La speranza è che le cose cambino. Il ciclo vitale delle persone e le individualità hanno un termine. È prossima la fine di tanti vecchi, almeno quella nella vita attiva dedicata a distruggere un bel paese. Forse saranno rimpiazzati da una scuola diversa. La paura che abbiano appreso troppo dai cattivi maestri di oggi è grande. Però un'alternativa si deve trovare. Crederci è tutto sommato la carta vincente.

lunedì 2 settembre 2013

Persone che fanno sperare...

Dopo una settimana dal ritorno dal Trentino Alto Adige dove sono stato a celebrare con una quarantina di tranquilli fan degli U2 l'annuale BBQ In the Name of Love, voglio scrivere due righe su quella persona che è artefice di questo ritrovo...


Non si tratta di ringraziare semplicemente. R (motivi di privacy) è sicuramente una persona straordinaria e la sua dedizione all'evento sfiora l'incredibile. Ma quello che piu' di tutto ogni anno mi restituisce l'incontro di fine estate al ritmo del rock e della musica che amiamo, è la speranza per un mondo migliore di quello che io contribuisco a creare.



R prepara un clima sereno e lo fa senza alcun fine di lucro. La pazienza infinita, le buone parole per ognuno, il servizio degli altri. Sono cose che splendono come stelle nelle sere estive...



C'è da imparare e da migliorare seguendo questi esempi. In Italia, nel mondo, fare per sé e per gli altri, ma senza pensare a cosa si riceve in cambio e a cosa serva. Distribuire serenità e felicità perché ci va. Dare senza avere. Messaggi che hanno un pizzico di santità. Non ne faccio un carico pesante per le spalle di R. Dico solo che personalmente vorrei poter imparare a elevarmi dalle piccole storture dei nostri tempi e proporre un messaggio che dia la voglia di mettersi tutti a remare nella stessa direzione... Se ci si impegna tanto, l'esempio non resta inutile: le persone si sentono ispirate e ecco che ognuno fa qualcosa, anche una piccola cosa, che aiuta tutti gli altri...



Come metafora di una società che puo' recuperare una strada solidale, ecco che dopo aver mangiato e bevuto insieme, tutti sono li' pronti a rimboccarsi le maniche e a dare le mani per mettere via le panche su cui hanno festeggiato. E' questo un segnale forte: se qualcosa si riceve, la natura umana è quella di chi sente la riconoscenza e vuole contraccambiare. In un circolo virtuoso, si va avanti a fare le cose che sono giuste e a farle bene.



Restero' un buonista sognatore. Non uno stupido sognatore pero'. Conosco e riconosco il mondo di oggi... Forse pero' sono uno di quelli che spera di poter migliorare quel tantino che basti anche per pochi istanti, a spingere verso un progresso che non sia crescita economica, ma sviluppo di un popolo...

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