venerdì 30 marzo 2012

Finire con Fede

Non di rado mi getto sulla notizia del giorno. Se lo faccio è perchè qualcosa mi colpisce, ma soprattutto innesca una di quelle riflessioni piu' generali che tendo a condividere pensando irragionevolmente che a qualcuno possa interessare la mia opinione...

Dunque è finita l'era del Fido Fede con un suo TG. Rappresentazione da sempre grottesca dell'informazione e specchio di una spettacolarizzazione di tutto e di tutti. Con la sua maschera stirata come una camicia sintetica e quei suoi milioni di ammiccamenti, il giornalista era scomparso da tempo. Ma accanirsi su di un uomo che da anni era immagine di una politica del fatuo e del vuoto, probabilmente anche non per sua colpa, ma perchè "lo dipingevano cosi'" i caratteristi del Boss, sarebbe ormai anacronistico.

Quello che mi fa pensare è invece il fatto che questa cosa nasca oggi improvvisa, come un colpo di coda del biscione. Senza cercare la dietrologia a tutti i costi, la scelta di scrollarsi di dosso il vecchio incartapecorito simbolo della televisione di partito, è stata ponderata. In un ex Presidente che ha ancora molti e molti mezzi per ricomparire sulla scena politica, albergano infinite capacità di calcolo. Se lui continua a ritenersi immortale, non altrettanto pensa e giudica i suoi fedeli scudieri e compagni di ben altro che merende. Il delfino siciliano (un po' anch'egli tonno abbronzato), avrà proposto questo come gesto di smantellamento di un apparato che ormai non funziona piu'. In un'ottica di rinnovamento dell'immagine, ma non certo dei contenuti, bisogna lasciare per strada i pezzi da museo che non incensano piu' favorevolmente, ma ricordano eventi infausti, producendo una puzza sulfurea di certo sgradevole.

Ci sarà stata una telefonata. Probabilmente neanche diretta. Qualcuno avrà detto, con dei giri di parole neanche troppo sofisticati: "Caro direttore, ti ringraziamo per i tuoi servigi, ma adesso dobbiamo dare spazio a facce nuove e a nuove idee fresche e strategicamente produttive". Il duro colpo, sicuramente non inatteso, sarà stato assorbito con un debole: "Ma questo tg l'ho fondato io e dà ancora buon frutto. Possiamo migliorare. Cosa vogliamo cambiare?". E la risposta in stile un po' aziendale (ma direi piu' in generale da organizzazione di ogni tipo) sarà stata: "Direttore, è il caso che tu ti goda i frutti del tuo duro lavoro. Non ti mancano i mezzi, riposati. Riposa a lungo con un viaggio per il mondo..."

Il tempo trascorso dallo scandalo dello smutandamento avrà permesso di minimizzare la possibilità di ulteriori ripercussioni. Quindi, possiamo attenderci serenamente di non vedere per lungo tempo il volto Fedele. Ci saranno ancora avvenimenti interessanti da qui alle elezioni del Presidente della Repubblica. La scommessa vera di Berlusconi resta il Quirinale. Riuscirci sarebbe per l'Italia una beffa enorme, ma il masochismo nazionale potrebbe non aver toccato il suo fondo. Nelle sale oscure del potere, in quelle conversazioni melliflue che tanti film hanno rappresentato purtroppo seriamente, la partita a scacchi continua. In fondo si è sacrificato un pezzo importante, forse un alfiere, ma per aprire il gioco a uno spazio nuovo condotto con cavalli e torri...

Non resta che guardare e restare attoniti di fronte agli eventi. I conti dei fedeli e dei traditori, degli ostacoli e delle opportunità, proseguono ad un ritmo costante scandito dal suono di quelle macchinette conta soldi che continuano a cercare inutilmente di finire di quantificare il denaro dell'ex Presidente. Ne è conscio anche il nuovo Front-Man dello spettacolo di quella politica che desidera il potere per guardare agli affari propri e personali. Conosce il rischio, ma sta aspettando il momento buono per buttare il re giu' dalla torre senza sporcarsi le mani. Da Giulio Cesare in poi, la storia ciclicamente si ripete. E noi italiani sembriamo non imparare mai. Deve essere un virus tremendo quello del potere: rende ciechi, sordi, paranoici e soprattutto soli.

P.S.: Ma lo sapete che non si trovano foto di Coppia su internet... Strano...

giovedì 29 marzo 2012

Memorie di un Weekend

Eventi incredibili che si manifestano improvvisi, ma che vanno immortalati a caratteri piccoli e fitti per non rimanere solo in bit di immagini piu' o meno a fuoco, ma in parole scritte da una mente poco lucida...

E' stato cosi' il sabato 24 marzo 2012, data scolpita nella memoria quanto quella dell'8 ottobre 2010. Non puo' essere un racconto dettagliato il mio. Filtrato attraverso dei liquidi pensieri un po' colorati tra l'arancione spritz e il rosso Salice, il ricordo non è in sequenza e mi giunge alle orecchie rumoroso ma vivido e felice.

Siamo entrati nel locale sulle note di una Streets incantata in un Joshua Tree che sopravviveva al nostro assalto. Pochi minuti lasciati al vino, e ecco che il cibo ha iniziato a piovere sulle nostre tavole come una cascata inarrestabile. Tavolate splendide di persone sorridenti, felici di esserci e di ritrovarsi. Battute a raffica in un casino da stadio. Via di fritto. Via di musica. Via di vino...

E poi lo spogliarello impazzito, i racconti di Bono, la documentazione live imbarazzante per numero e per qualità. E i commenti a 360  gradi di angolo e di temperatura... Esibizioni corali che rendono la musica veicolo spaziale nell'orbita degli incontri che potrebbero essere arricchiti da un concerto dal vivo, ma che già cosi' sono stupendi momenti simili a una tempesta elettrica...

Essere in quel momento parte del gioco è un dovere, un piacere e un bene grande, in quell'abbraccio che ha reso tanti di noi ONE...

Mentre ci avviciniamo allo scadere di una settimana dall'evento, mi ritornano negli occhi una serie di immagini che non sono su nessuna macchina fotografica che non siano le mie retine o che io non stia inventando. Un venditore di rose, dei cioccolatini, degli abbracci sinceri, dei sorrisi illuminati, dei vitellini e delle pecorelle, dei profumi di cibo e delle donne bellissime... Passerà del tempo prima che si ripeta perchè è cosi' che succede.

Pero' io credo sia fantastico tenere ancora per un attimo un ricordo per sentirne il sapore dolce e amaro, e a tutti voi che leggerete, la dedica di un attimo speciale...


domenica 11 marzo 2012

Dipendenze e indipendenze

Ho sempre odiato le dipendenze. Forse in passato devo anche averne scritto, ma stasera non me ne ricordo... Posso solo dire di aver lottato e battuto una serie di cose che mi si erano appiccicate addosso e che avevano iniziato a rubare troppe delle mie risorse cerebrali...

Ho parlato di cose, e su quelle credo che l'indipendenza sia cosa sacrosanta. Ma proprio perchè nella categoria "cose" non si possono far rientrare le persone (o almeno una discreta quantità di esse...), faccio un degno distinguo. Per le persone sviluppo delle dipendenze da cui non voglio liberarmi. In genere stabilisco dei legami forti, dei vincoli su cui appoggiare e far girare un po' del mio mappamondo personale. Riconoscere che questo accade è stato importante. Come lo è il fatto di capire che per gli altri non è cosi'. Ognuno a suo modo decide che ruolo darti nella sua vita, basandosi su com'è e quanto è disposto a investire in un rapporto. Ci sono quelli che pensano di dover dare perchè prendono, e quelli che invece prendono e non riconoscono il fatto di non dare nulla in cambio.

Potrebbe sembrare un discorso di basso profilo quello del dare e avere, ma solo la letteratura è piena di ipotetiche relazioni in cui si fa tutto per nulla. Alla lunga, sono situazioni destinate a esplodere fragorosamente o a morire silenziosamente. Entrambe fini poco entusiasmanti, e in ogni caso fini...

Piu' o meno dignitosamente fregarsene di un numero considerevole di persone se non quando se ne ha voglia e spazio, significa dire che no, non abbiamo una dinamica in evoluzione nei nostri rapporti con i prossimi... Certo che non puo' essere con tutti lo stesso, ma credo che sia bene provare a essere realisticamente equilibrati. Per quanto difficile sia dirsi "non me ne importa abbastanza", vale forse di piu' di un messaggio finto e di una distanza sostanziale...

E sia una nuova settimana...

mercoledì 7 marzo 2012

La Tombola dei Wiener Philharmoniker e le risposte automatiche

Dal 2 di gennaio, si può riempire un form per partecipare all'estrazione di un certo numero di biglietti per il concerto di Capodanno dell'anno successivo a Vienna... Ovviamente non parliamo di un regalo: devi avere il colpo di fortuna (anche detto botta di culo) di poter accedere all'acquisto. Poi via di svariati fogli colorati con i simboli delle Nazioni Europee... Insomma pagare prego!

Nel mio nuovo "cogli l'attimo" style, ho provato a registrarmi per partecipare al tombolone. Credo sinceramente di non essere l'unico al mondo ad avere la stessa idea. Forse se già mettessero un gettone da 1€ per ogni persona che applica, ci sarebbe spazio per un pò di beneficenza. Ma questo è un altro discorso...

Insomma oggi lettera di risposta automatica. Ci spiace. Se lo guardi in TV, infiocchettato in un "we regret" e un "we hope you will apply again"...

E adesso mi domando dove sia la fabbrica dei risponditori seriali. Un deposito di "una frase per ogni occasione" che poi seleziona più o meno a caso delle combinazioni per dirti in veste di meringa più o meno gonfia, dove andare a metterti le tue richieste, application e cartelle della tombola.

Nella mania di ridurre il lavoro delle singole persone, anche il ruolo comunicativo di chi deve avere a che fare con il pubblico sembra depauperato di ogni umanità. E mi viene da chiedere perchè dobbiamo semplificare cosi' tanto. Una fredda e spiacevole comunicazione formale diviene un momento di contatto alquanto dolorosa. 

La risposta è semplice: nessuno ama dare le cattive notizie. Nessuno ama dover spiegare delle motivazioni cercando di non offendere il prossimo, anche se di fatto quest'ultimo è già immancabilmente offeso dal rifiuto, dalla sconfitta e dalla scarsa fortuna... Purtuttavia, sotteso, è il principio di non prendersi la responsabilità. Di non voler giustificare e rispondere a domande scomode che a volte risposta non hanno.

Seppure tutto ciò è comprensibile, non lo trovo apprezzabile e resto dell'idea che, con tutto l'aggravio di lavoro e di sforzo che ci sta dietro, ci potrebbe essere qualcuno capace di dire le cose come stanno. Servirebbe anche a non lasciare dubbi, a migliorare chi vuole migliorare. Ovviamente questo non si riferisce alla tombola di Vienna, ma ci sono arrivato con tutta quella serie di incomprensibili connessioni che la nostra mente sa fare e sulle quali non abbiamo (per fortuna) controllo. E va bene così...

giovedì 1 marzo 2012

Scontato, ma sincero. Per Lucio Dalla

Non è che una persona che non conosci, non frequenti, non ricordi direttamente ti possa mancare. Non c'era e non ci sarà.

Pero' per alcuni personaggi pubblici, non è così. Lucio Dalla è un pezzo della cultura italiana della canzone degli ultimi 50 anni, e come tale, ne siamo permeati tutti. Canzoni indimenticabili, un personaggio anormale, ma capace di creare e di influenzare, di vivere e di fare senza essere vuotamente sotto i riflettori. La sua è quella musica storica, quella che aveva delle note chiare e distinguibili che ci sono dentro senza che neanche le possiamo più distinguere.

Al di là di ogni momento retorico, io credo che sia strano pensare che una persona che ha scritto e comunicato della musica che resta, non sia poi lì all'infinito. Neanche perchè ci si aspettasse che avrebbe continuato a produrre cose belle come quelle del passato, ma soprattutto per quella sicurezza che ci possono dare delle costanti.

Nel ripercorrere opere belle e meno, mi viene in mente l'esperienza personale di un concerto dal vivo con De Gregori 2 anni fa. Attraversando la loro storia musicale e svariate generazioni di persone, i due ci portarono verso canzoni che conoscevamo senza averle mai cantate, perchè parte del nostro tempo. E personalmente trovo che questa sia la cosa più bella per un artista e per il suo pubblico: essere parte di una consuetudine che raggiunge il profondo di tanti.

Di norma non avrei scritto su queste pagine di un personaggio pubblico scomparso. Lo ho fatto in passato per criticare atteggiamenti di recupero di amicizia e di divinizzazione. Però questa volta ho pensato a come anche altri hanno lasciato dei vuoti nel nostro universo mediatico e mi sono ritrovato a considerare che proprio questo cantante ci ha lasciato delle gocce di poesia tanto italiana e piena di sentimento. E un grazie, ci stava bene...

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