mercoledì 2 giugno 2010

Quando uno è un pò così...


Nella mia esperienza professionale recente (ultimi 3 anni), nel mio dipartimento, anche ribattezzato porto di mare, sono passati molti personaggi interessanti. Per periodi di tempo più o meno lunghi, ci sono state persone di ogni razza, natura e nazionalità. Non molti sono rimasti fino a entrare a far parte dell'orizzonte quotidiano... Ma diversi e per diversi motivi hanno lasciato un segno.

Quelli che sono invece protagonisti del quadro principale, sono passati invece da una forma impressionista a una chiarezza piuttosto rinascimentale ai miei occhi. Per alcuni, il passaggio a una rappresentazione molto più netta e definita, è stato dannoso. Il loro carattere è emerso più chiaramente, deformando in modo irreversibile le sfumature iniziali. Ce ne sono alcuni che effettivamente sono diventati quella figura distorta e spaventosa di alcuni Caravaggio, abile nel mostrare non solo la bellezza, ma nell'esaltare anche deformità e orrore...

Il loro danno, sia ovvio, non è estetico quanto interiore. Emerge come per Dorian Gray di fronte al suo ritratto, una specie di perversione interiore. Mi condiziona il sapere chi c'è dietro le maschere: è aver visto il baratro e saperlo anche, purtroppo, riconoscere. Io sono un pò così: se conosco alcuni aspetti fondamentalmente insopportabili, incomincio a farli diventare preminenti. Il rivederli continuamente mi rende dubbioso e non aperto. Eppure con grande sforzo, mi mantengo civile per motivi di utilità/inutilità. Ma è dura. Vengono i momenti che vorresti sputare fuori un pò di questo veleno e scoprire il ritratto del vero Dorian. Guardarlo sarebbe ancora spiacevole, ma mal comune potrebbe in questo caso essere un mezzo gaudio di sollievo!

martedì 1 giugno 2010

Ritorni imprevisti, improvvisi, improvvisati


Torno... Torno qui a scrivere dopo tanto, tantissimo tempo. E ci torno senza rimorso.

Sono successe tantissime cose in questo periodo di assenza. Sono successe nel mio piccolo come nel grande mondo intorno. Riassumerle sarebbe ingeneroso, per quanto opera meritoria a futura memoria della mia vita in Svizzera. Anch'essa, come tutti i caduchi avvenimenti della nostra breve esistenza, la ritengo destinata a finire. Sull'istante, facendo una citazione biblica che spero non mi arrecherà fulmini e saette olimpiche o la scomunica papale, "non sappiamo il giorno e l'ora...".

Però questo sul blog non è l'unico ritorno di questo periodo. Sono partito un paio di volte e tornato qui altrettante. Anche il prossimo weekend sono in partenza. Poi a luglio ancora e poi ad agosto e poi a settembre e ottobre... Insomma. Andare, tornare.

I viaggi sono esperienze magnifiche o orribili o indifferenti. Generalmente io li vivo con una certa tensione in avvio e in chiusura, ma di certo mi rimangono impressi nella memoria. E in particolare mi restano i ritorni. Sono in genere un misto di dispiacere per la fine di una vacanza, che è rottura della routine, ma sono anche un pò liberatori perchè ti fanno ritrovare le tue cose, ovvero quel mondo dove puoi riposare e ritemprare...

Sono stato a Napoli. Sono stato a Berlino. Dal primo sono tornato in buona forma, complice una buona dose di sonno incontrollato. Dalla Germania sono tornato stanco, ma entusiasta. Mi riesce di parlare tedesco quando gli altri parlano un tedesco decente (non come gli Svizzeri per inciso che emettono dei suoni tremendi nel loro deformato dialetto). E Berlino è una città tra le più interessanti d'Europa. Nuova, vecchia, in rinnovamento ma con un occhio alla memoria. Piena di vita, di gente, di turisti e di tedeschi e tedesche. Mi è piaciuta davvero.

E ritorno anche a desiderare ora un pò di routine, mischiata con uno spruzzo di campionati del mondo in Svizzera. Ma in tutto c'è qualcosa che non va. E la verità è che forse è il momento di pensare a quante volte voglio tornare... Qui o altrove...

Note per Viaggiatori Occasionali...

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