mercoledì 28 novembre 2007

Festeggiamenti virtuali

Grazie, grazie a tutti quelli che mi hanno fatto gli auguri, a quelli che mi hanno regalato un ambiguo omaggio floreale, a quelli che hanno fatto finta di nulla e a quelle due belle fanciulle che mi hanno telefonato nel pomeriggio convinte che stessi folleggiando in giro e invece ero al lavoro a spedire stagisti a destra e a manca.
In effetti tutti mi hanno rimproverato perchè non ho portato niente da mangiare e/o da bere, tranne l'orribile sbobba che ho offerto alle macchinette, come pronosticato e augurato dal nostro capotreno e tutti hanno rimembrato i tempi quando cucina splendea e diffondevo cibo ad amici e nemici. E allora visto che siamo nel campo del virtuale, che virtuale sia e pubblico un paio di ricettine richieste a furor di popolo.

E ooooooooone! IL CORNETTONE

Dunque, vi servono, per l'impasto: un Kg di farina, acqua tiepida q.b. (circa 1 litro, ma andateci cuonci), 1 e 1/2 dado di lievito di birra, 1 bicchiere di olio extra vergine di oliva. Per il ripieno: 1 provola affumicata, 1 chilo melanzane, 1/2 Kg pomodorini oppure (fermo restando la provola) 4 peperoni, un bel po' di parmigiano grattuggiato, foglie di basilico q.b.
Fate la pasta con l'acqua, la farina, il lievito, 1 cucchiaio di sale fino e 1 cucchiaino piccolo di zucchero (cresce meglio) - non ve la spiego, che se non la sapete fare potete buttarvi a mare vestiti oppure ve la comprate e non se nel parla più, quindi prima di metterla a crescere le fate ingoiare poco a poco il bicchiere d'olio. Questo procedimento la rende elastica, lucente e fragrante. Mettetela a crescere coperta con un panno per un paio d'ore. Nel frattempo vi preparate delle belle melanzane a funghetti o dei bei peperoni in padella (e manco questi ve li spiego, altrimenti non la finiamo più). Quando la pasta è cresciuta stendetela in un bel disco grande grande alto mezzo centimetro. Stendete con cura sulla superfice le melanzane a funghetti o i peperoni, la provola tagliata a pezzettini, le foglie di basilico e il parmigiano grattuggiato. E' buona cosa lasciare un paio di centimetri dal bordo liberi da condimento. Adesso arrotolate il disco di pizza gigante su sé stesso, verrà fuori un bel rotolone, più alto al centro e più sottile alle estremità. Disponetelo su una placca da forno unta d'olio, dandogli la forma di un cornetto. Mettete nel forno, che avrete preriscaldato a 200° e lasciate cuocere finchè non è cotto (tautologico, no?), insomma un 3/4 d'ora, tanto ve ne accorgete, sarà tutto bello dorato. Servitelo tagliandolo in fette, tipo rondellone. E' buono buono buono e potete cambiare imbottitura come più vi aggrada!

E twooooooooo! OSSOBUCO CON RISOTTO ALLO ZAFFERANO
Per ogni persona, un ossobuco di vitello o manzo (a seconda dei gusti, io il vitello mi rifiuto di mangiarlo e preferisco il manzo), che sia bello grande; altrimenti, un paio di piccoli a testa.
In una pentola con fondo spesso far rosolare (in olio o burro o olio e burro che sarebbe la cosa migliore) una cipolla e una carota tritate; nel frattempo tagliuzzare la cartilagine che circonda gli ossobuchi, altrimenti in cottura diventano barchette, e infarinarli; togliere le verdure dalla pentola e metterci a rosolare la carne da entrambi i lati, sfumare con vino bianco, aggiungere le verdurine, salare e far cuocere coperto bagnando con un brodo leggero per un’ora, un’ora e mezza, girandoli spesso altrimenti attaccano. Assolutamente niente pomodoro, che secondo me in questo piatto è eresia.
Nel frattempo preparare il classico risotto allo zafferano (e che lo zafferano sia aggiunto in ultima, mi raccomando!), da mantecare alla fine con burro e un po’ di parmigiano.
A cinque minuti dalla cottura, preparare la “gremolata” tritando buccia di limone non trattato, prezzemolo e aglio (chi fosse violentemente intollerante all’aglio tritato semicrudo può buttare uno spicchietto intero direttamente nella pentola in cottura ma no, non sarà la stessa cosa); sistemarla sugli ossobuchi, far andare rigirandoli ancora qualche minuto e servirli sul piatto con il riso, facendo in modo che il delizioso sughino sia equamente distribuito tra i commensali.
Siete contenti??? Mangiate, allora!

martedì 27 novembre 2007

Confesso!

E va bene, il capotreno, che controlla tutto e tutto sa dei suoi passegge-ri, ha colto nel segno! Credevo di aver nascosto bene il momento fatidico, ma ha ragione, oggi è il mio compleanno. Però voi tutti, lettori e scrittori, fate finta di nulla e tornate a dimenticare, vi prego. Confesso che gli auguri del CPM (citazione da Tron - e questo dovrebbe rivelare fin dove si spingono i miei ricordi) mi hanno fatto piacere e anche se A.B. ha ragione e bisogna spedire i momenti brutti al posto giusto, quest'anno no, non mi sento di festeggiare. Aspettatemi tutti alle macchinette del caffè, se lo stomaco vi regge offrirò l'orrenda sbobba ai nostri lettori, amici e nemici, contenti e scontenti, illusi e disillusi. E un'altro anno è passato, nel bene e nel male, avanti miei prodi!

La Gatta propone e Andrea B dispone...

Su segnalazione della Gatta che non dorme mai e le informazioni interessanti le sa sempre scovare, pubblico questo link che narra le vicende del pendolarismo italiano...
Sto per diventare pendolare di nuovo anche io: la casa mi richiede bus e treno, ma l'affidabilità ha dei toni diversi... In tutto il percorso tra pulman e treno lo ho già testato e costa 27 minuti... E sono 27 minuti veri...
Evviva il pendolarismo svizzero!

Auguri WorldWideWeb alla Perfezione


Domani, rispetto a quando scrivo, ma oggi rispetto a quando la maggior parte dei navigatori leggeranno questa mia, si ripete come ogni anno da alcuni anni, il genetliaco di quella che penso possiamo chiamare la nostra Perfezione...

Non abbiamo di certo celebrato ogni anno insieme, ma quest'anno vale la pena di inviare adeguati auguri e organizzare appropriati festeggiamenti. Ok, io non sarò presente in carne e ciccia, ma in spirito e Blog sì! E quanto meno lancio l'idea del Portici Party, con la macchinetta del caffè e delle merendine assaltata e una irruzione violenta e improvvisa nello studio della Perfezione affinchè la suddetta venga ricolmata di affetto, di pessimo caffè e di formaggiatissimi Fonzies!

Tanti auguri Perfetta: un anno merita di essere ricordato o dimenticato, ma in ogni caso festeggiare è un modo per accogliere il nuovo e mandare al giusto paese quello vecchio!

E intanto ho la nuova casa e infiniti mobili da montare... Ma questa è un'altra storia...

venerdì 23 novembre 2007

Defezionare...


Pare che nella Portici delle meraviglie, le defezioni stiano diventando un fenomeno ricorrente: dopo di me il diluvio? Beh, diciamo che almeno un paio di goccioloni mi hanno seguito... Fenomeno interessante: abbiamo vissuto in una specie di immobilità lenta e limacciosa per molto... Poi siamo sbarcati in massa nella nuova sede iniziando a assestarci e cercando nuovi equilibri. Si è trattato di un trasloco di casa con il tempo necessario a vedere tutto a posto... E poi, quando le cose sembravano raggiungere un regime stabile, io ho abbandonato la nave. Ad oggi, per ragioni diverse dalle mie, e forse anche più importanti, altre persone lasciano.

Una coordinata fondamentale della vita è il tempo. Viene quello giusto per tutto, come dicono i più ottimisti, o più realisticamente il cambiamento bisogna saperlo fare quando viene il momento.

Ciò che non riesco a vedere, sono le conseguenze che queste tempeste in un bicchiere possono generare. La prima di sicuro è l'accresciuto silenzio. Poi il lavoro che ricade a pioggia. Ma soprattutto, ciò che immagino, è un sentimento di sbigottimento e il desiderio di seguire il flusso, neanche tanto perchè è necessario, quanto perchè dopo un pò la voglia di cambiare è una smania che non permette di rassegnarsi...

Perchè mi metto a parlare di queste cose? Perchè anche nella mia nuova azienda siamo in pieno ricambio. E' impressionante, ma il senso che ne ricavo è che le motivazioni possono cambiare grandemente e che i desideri sono il nostro motore. Quando vengono meno le prime, e cambiano i secondi, è l'ora di guardare lo specchio e capire...

Aspettative e desideri

Finalmente il mio super nipote passa un INTERO week end da me. Che meraviglia! Posso esprimermi come lui: "E vaiiii!" Era un nostro grande desiderio passare un week end insieme e quindi le aspettative sono davvero grandi, si preannunciano giorni un po' faticosi ma di felicità. Ci piace giocare a letto, ruzzolando insieme a cugino max (che sarebbe il cane, anche se il super nipote pensa sempre che è uno strano bambino con il nasone e che sa leggere - a nove anni si sa leggere, no?), ci piace giocare a scacchi, tuffarci sui cuscinoni, mangiare salame, raccontarci storie inventate, fare la doccia, coccolarci abbracciandoci stretti stretti e tante altre cose. In comune abbiamo anche una bella testa dura, ma in questo lui mi batte di gran lunga.
E visto che si avvicina un week end, per chi si sentisse in vena e non avesse altro da fare che stare in casa accanto ai fornelli, vi propino una bella ricetta lunga lunga da fare, tanto che se ne sta perdendo la tradizione e si fanno oramai solo versioni abbreviate.
Il ragù alla napoletana
Vi occorrono: un Kg di cipolle, 2 spicchi di aglio, 1 Kg di carne di manzo o di gallinella di maiale o mista, pancetta, olio extravergine, sugna, due decilitri di vino rosso, 400 gr. di concentrato di pomodoro (CONCENTRATO, mi raccomando).
Prendete le cipolle, affettatele sottilmente e mettetele in una capace casseruola di terracotta o di acciaio con il fondo molto spesso (la terracotta è meglio, però), con la sugna (due cucchiai), l'olio (4 cucchiai) e l'aglio sbucciato. Lardellate la carne con striscioline di pancetta (cioè fate dei buchini profondi nella carne e ficcateci la pancetta) e mettetela insieme alle cipolle. Fate rosolare la carne e le cipolle, girando spesso, fino a che sono ben dorate e tutti i liquidi che escono siano asciugati. Quindi aggiungete il vino rosso, abbassate il fuoco e fate andare lentamente fino a che tutto il vino sia evaporato e la carne sobbolla dolcemente nel solo grasso (questa fase dura circa 2 ore).
Adesso aggiungete nella pentola 2 o 3 cucchiai di concentrato di pomodoro diluito con un pochino d'acqua e fatelo rosolare girando molto spesso fino a che diventa marrone scuro, SENZA farlo bruciare. Ripetete l'aggiunta di concentrato e rosolate ancora più volte fino a che l'avrete aggiunto tutto (questa fase dura altre 2 ore).
Adesso fate andare tutto a fuoco bassissimo per altre 2 o 3 ore, fino a che tutta l'acqua sarà evaporata, sempre girando ogni tanto (potete anche togliere la carne in questa fase, perchè ormai sarà cotta, aggiungendola di nuovo a dieci minuti dalla fine). La salsa risultante sarà lucida, quasi nera, con un velo di grasso sulla superficie e densissima. Solo ora aggiustate di sale.
Adesso cuocete la pasta, paccheri, maltagliati, rigatoni vanno tutti benissimo e conditela con questa meraviglia del creato. Aggiungete su ogni piatto abbondante parmigiano grattuggiato.
Il sapore è sublime, forte come il calcio di un mulo, vi provocherà un desiderio irrefrenabile di mangiarne ancora e ancora e ancora.
Vi consiglio di munirvi, durante le diverse fasi di cottura, di un libro, ma che non sia tanto interessante, in modo da non distrarvi troppo, perchè con il ragù, la regina di tutte le salse, il rischio sempre in agguato è quello di fare attaccare tutto e di bruciarlo irrimediabilmente.
Lo so che è lungo e apparentemente seccante, ma la pratica della meditazione vi può soccorrere mentre lo fate e il risultato è talmente buono che ripaga ampiamente della lunghezza della cosa.
Io uso un trucco per non tediarmi troppo: la prima fase la faccio in un giorno e il resto (cioè l'aggiunta del concentrato e la cottura) nel giorno successivo.
In questa ricetta non ci sono mandorle, noci e affini, è strettamente legata alla tradizione e non ci sono rischi per la salute. Au revoir!!

giovedì 22 novembre 2007

Ci sono, ci sono ...

Oggi mi hanno rimproverata perchè manco da un po', scusate ma, causa conti, telefonate, file da preparare, dati da inputare, allievi da sistemare, mi è mancato il tempo. E poi in verità alcuni guaiucci vari mi hanno anche fatto passare un attimo la voglia e la vena.
Per riprendermi, scrivo di corsa subito dopo la pausa pranzo: innanzitutto botte in testa al mio romantico amico, perchè insomma, anche al romanticismo c'è un limite, poi sempre al mio amico du' abbracci e du' baci perchè è stato tanto carino e mi ha telefonato nell'intervallo della partita di basket (e non era tempo di risulta, era un gesto d'affetto, almeno così l'ho vissuto).
Poi di getto e sempre di corsa vi posto una ricettina per un primo buono e semplice:
Pasta con il pesto catanese (o trapanese - boh!)
Vi occorrono una manciata di pomodori secchi, anche sott'olio, un bel ciuffone di basilico, una manciata di mandorle pelate, uno spicchio d'aglio, formaggio pecorino grattuggiato, olio extra vergine e un pacco di pasta corta, tipo fusilli o penne o rigatoni. Meglio fusilli.
Mettete le mandorle in forno su una placca e fatele appena tostare (devono essere dorate, non carbonizzate). Quindi mettete tutti gli ingredienti (tranne il pecorino e la pasta, va da sè) in un capace mixer (anche con il minipimer si può fare) e frullate bene bene (aggiungendo un po' d'olio), deve diventare una crema piuttosto densa e moooolto saporita.
Mettete l'acqua per la pasta, portate a ebollizione, salate e mettete a cuocere la pasta. Quando è a metà cottura prendete un mestolo di acqua della pasta e diluite il vostro condimento, che avrete messo nella scodella di servizio, fino a farlo diventare una bella crema fluida. A cottura versate la pasta nella scodella con il condimento, aggiungete il pecorino a gusto vostro, girate bene e decorate con ciuffetti rimasti di basilico. Miammmmmmm!

martedì 20 novembre 2007

Un incontro...


Come al solito mi sono lasciato sopraffare dal pragmatismo senza dare ascolto alla mia vena romantica che mi porterebbe molto di meglio in genere... Ho perso qualcosa? Non lo so... Descrivo la storia e poi dirò di quella piccola filosofia stupida che mi causa sempre un sacco di problemi...


Aeroporto di Capodichino. Pronti a rientrare nella fredda Elvetica nazione. Il misto di sensazioni che mi pervade viene distratto da nuove conoscenze. Conosco una ragazza che vive e lavora qui da due anni circa e che si trova bene... Poi, mentre si discute amabilmente della vita svizzera, una vocina allegra si frappone e un volto sorridente si delinea nella luce del primo sole mattutino... Capelli neri a caschetto, naso pronunciato, occhi luminosi e sorriso divertente e divertito... E' in partenza con il nostro volo per la teutonica Austria, per uno stage in conservatorio. Emozionata ma non impaurita, cerca di capire come arrivare a destinazione e lo chiede a me, che notoriamente ispiro fiducia.

Sono incantato dalla sua fresca speranza e dalla allegria incosciente! Vibrazioni positive di bisogno si diffondono nell'aria e, come al solito, decido di aiutare... Arrivati a Zurigo do tutti i consigli che posso e anche il mio numero di telefono nel caso di problemi... So che non accadrà, e non ho preso il suo numero. L'ho rivista al binario pronta per il suo viaggio e il suo futuro. Uno sguardo grato sul suo volto e le decisione da mezzo soprano... Il sorriso sempre solare ancora lì...

Anche io sono andato via. La baita mi aspettava. E poi penso che un bel ricordo di qualcosa immaginato che poteva essere e non è stato, a volte, ti rende più felice di una realtà vissuta in modo troppo reale. Consapevolezza in me che niente sarebbe stato, sempre influenzata dal pragmatismo di chi non ci crede abbastanza... Eppure ho poi sognato un romantico incontro...

E i 22 anni contro i miei 32 non erano nessun pragmatico ostacolo...

lunedì 19 novembre 2007

Resoconto...


Non sarò nè dettagliato nè pieno di significato... E qui finiscono le involontarie rime io spero...

Sono tornato in patria, cioè a Napoli, e ci sono stato qualche giorno. Per la precisione tre giorni intensi e pieni di eventi più o meno interessanti, ma tutti pervasi di sensazioni e riflessioni... Ho sperimentato la mia emigrazione per la prima volta: l'emozione fisica più grande è stata scorgere in aereo attraverso le nubi il mare. Un brivido dallo stomaco come una stretta forte e improvvisa e una vampa di fiamme dal collo in su...

Poi turbinosi incontri e un numero infinito di cose da fare... Tempi stretti, incastri al limite complicati dai ritmi mutevoli dei mezzi pubblici... Ho rivisto le mie ex-colleghe, ormai amiche di aperitivo, trovando tutte per diversi motivi su delle buone strade. Ho passato una bella serata a base di buon pesce da mangiare al Faretto a Marechiaro, con gli amici di sempre che ancora una volta mi hanno investito di affetto e di buoni sentimenti...

Ho ritrovato la mia famiglia sempre uguale e sempre diversa... E con mio fratello ho trascorso tanto buon tempo, andando anche a rinverdire i fasti del palazzetto dello sport di basket!

Ora che sono di nuovo nella baita di calcestruzzo, almeno per un paio di settimane, devo fare ordine non tra i ricordi, che preferisco tenere mischiati come un buon cocktail forte, ma tra le sensazioni per capire... Qualcosa non è stato lo stesso, e ancora non so cosa. Non so se sia bene capirlo, ma credo di doverci provare...

sabato 17 novembre 2007

Un volo di rientro...

Sfatato l'n-mo luogo comune sull'aereo Zurigo-Napoli che mi sta riportando in città.

Contornato da siciliani diretti alla natia Catania, sono letteralmente subissato dalle loro chiacchiere infinite e reiterate con improvvisi scoppi di ilarità, come anche di liti e di lamentele... Ho sempre avuto in mente lo stereotipo del siciliano che difficilmente parla tanto. Un po' contemplativo, un po' accorto nel proferire parola per non lasciarsi andare troppo. Ma forse è un mio errore di confusione con gli altri isolani Sardi...

Nel frattempo però la mia attenzione è attratta dal tizio seduto nella poltrona davanti alla mia. Insomma quest'uomo di mezza età è uno sfegatato fan della disco music moderna da discoteca. Quella stunfstunf per intenderci. Mentre voliamo e l'aereo fa delle tranquille mossettine, lui invece si agita come un ossesso e si dimena come un cubista a 10000 metri! Non ha pudore: batte le mani, schiocca le dita e porta al massimo la cuffietta del povero iPod che chiede anche lui pietà. Ma a parte il fastidio che arreca a me e agli altri viaggiatori, lo scuorno dove lo mettiamo? Evidentemente lui non ne ha e non saprebbe cmq dove andare a metterlo!

Ma questo è il prezzo da pagare per ritornare in Italia: ritornare a accettare dei livelli di spazio fisico molto ristretti, anche al di fuori di un aeroplano. Sono preoccupato: dopo soli 3 mesi già queste situazioni sono diventate degli “eventi estremi”? E quando tornerò dopo 2-3 anni, che effetto mi farà?

E intanto, attendiamo l'atterraggio!

venerdì 16 novembre 2007


Al nostro Capotreno Auguriiii!!!
......e ben tornato a casa!!!

mercoledì 14 novembre 2007

Caldo tropicale...


Nelle case svizzere ci sono sempre 24-25°. Fuori stasera 1 tendente a -1 e invece in casa me ne sto tranquillo in maglietta e pantalone leggeri senza neanche i calzini...


Mica male no: ci fosse anche una lampada abbronzante, una sedia sdraio e un bel cocktail mi sentirei di starmene in spiaggia... Però il problema è che poi dalla casa si deve uscire, e lì sono dolori: sto affinando la tecnica, ma non ho ancora raggiunto risultati soddisfacenti. Generalmente il problema è la mattina: dopo la doccia e il the, bisogna affrontare il gelo esterno mentre i termosifoni sono a palla! Per non morire assiderati però il giubbino d'ordinanza è necessario come il pullover... Ebbene, devo vestirmi all'ultimo secondo, quasi fuori alla porta per non iniziare a nuotare nel mio sudore. E poi andare frettolosamente alla ricerca di un pò di freddo che mi porti in temperatura! E' come quando nei gran premi le macchine hanno montato le gomme da bagnato e ha smesso di piovere: cercano sulla pista le pozze d'acqua. Io vado dritto verso il gelo, salvo poi dovermi alleggerire repentinamente quando entro nel luogo di lavoro, che è ancor più caldo di casa...

Insomma è una dura vita superare gli sbalzi termici, ma ce la si può fare, a patto di essere pronti a tutto, anche al desiderare ghiaccio quando si è sotto 0!

martedì 13 novembre 2007

Come diventare buoni

Negli ultimi tempi sento di essere diventato troppo buono. Mi manca quello spunto sadico che tanto mi ha reso "popolare" in passato. La battuta che provoca ilarità mi riesce anche in inglese. Le idee bislacche ancora vengono partorite a ritmi vertiginosi dalla mia furente immaginazione. Ma non c'è più quella dose di cattiveria che genera sorpresa e colpisce nel segno. Non so se dipenda dalla lingua o dalla mancanza di interlocutori pizzicosi, ma la polvere esplosiva mi si è un pò bagnata...
Ora bisognerebbe trovare la causa di questa modificazione, ma credo che l'autopsicoanalisi darebbe effetti disastrosi: potrei scoprire chi sono e questo renderebbe la mia vita molto meno soddisfacente! E' per questo che vengo a Napoli come un agnellino: hai visto mai che ci pensi la mia cara, bella e straodinaria quanto invivibile città a risvegliare il mastino che dorme?

lunedì 12 novembre 2007

Film rosa, successo sicuro!

Sono da sempre attratto dai filmoni rosa in cui alla fine la storia romantica finisce in zucchero. Se la sceneggiatura è buona e le scene divertenti, mi risulta godibile e mi fa scquacquerare un pò...

Resta il mio film preferito "Harry ti presento Sally", con una serie di battute e situazioni formidabili e degli attori in vena che raramente hanno raggiunto ancora quei livelli.

E stasera, nella mia baita, mi sono dato all'ennesimo tentativo di imitazione fallito e basato sui bellocci di turno. Risultato, come al solito, semi-abbiocco e silenzioso compiacimento della solita invenzione della ruota...

Devo smetterla di sciacquarmi il cervello sempre in questo modo... A furia di questi lavaggi, un giorno o l'altro, mi ritroverò con la solita immaginazione dilagante a vivere in Svizzera e a pensare di costruire una famiglia in quella terra gelata... Ops...

La donna dell'ultima fermata

Oggi un'amica, mentre la prendevo in giro, mi ha detto "Mica abito all'ultima fermata del treno, come te". Ahhhh, come mi è piaciuta questa definizione e l'adotto subito, da ora in poi sono "la donna che abita all'ultima fermata del treno". E' poetica, mi dà una sensazione di lontananza, di ultima chance e anche la sensazione di essere un porto a cui approdare, un senso di riposo e di stanchezza appagata. Bello bello bello. Mi fa venire in mente film poetici come Pomodori verdi fritti.
Ma bando alle ciance, questa settimana si presenta pesantuccia in partenza. Un monte di stage da risolvere, un sacco di adempimenti da fare, visite in regione, il mio compagno che si opera e come ciliegina sulla torta venerdì devo fare una cosa che si preannuncia sgradevole e faticosa, ma a cui non posso dire di no, è mio dovere farla e voglio anche farla. Non credo che potrò partecipare all'open party del nostro maestro, con grande dolore e dispiacere. Buon ritorno prode guerriero!

domenica 11 novembre 2007

Viaggia in Aereo: quando un emigrante è in città...


L'ho detto varie volte credo, ma ora è veramente arrivato. Devo dire molto prima di quanto pensassi. Ho vissuto. Questi mesi tanto è successo e sono forse un pò cambiato. In meglio o in peggio non ne ho idea. Però mi piace essere indipendente e avere una mia vita. Quello che mi manca non lo so, ma non pensare a quello che non c'è, bensì a quello che c'è è la mia filosofia...

Insomma sono a Napoli il 16-11-2007 dopo la più lunga assenza della mia vita. 3 mesi e 9 giorni. E in corrispondenza del mio 32° compleanno...

Pensa che ripensa, ho valutato che a qualcuno possa interessare e quindi segnalo che, in quella stessa data, ho un appuntamento fissato con la Gatta, spero La Perfezione e Angy e con chi altro potrà e vorrà unirsi in Napoli, Via Merliani, Bar Merliani, verso le 18.00-18.30-19.00 open time per un aperitivo nel quale mi paleserò al mondo Partenopeo. Ovviamente si tratta di evento poco frequente, per cui è gran piacere una diffusa presenza, per quanto raccomando di evitare ogni stress: con stress no party!

E per una volta, "Viaggia In Treno" diventa "Viaggia in Aereo"...

sabato 10 novembre 2007

Mi hanno trovato!!!!


Sabato mattina. Nevicata ventosa. Gli abituati Svizzeri se ne vanno bel belli a fare gli acquisti. Alcuni senza ombrello e cappello, li vedo camminare con le loro sporte in direzione del supermercato. Questo clima è fatto per loro... Addirittura una pazza si mette a giocare con il cane in mezzo al prato fradicio... Ok che la vita va avanti anche sotto la neve, però il cane si diverte così?

In questo clima acceso di chiarore invernale, suona il mio campanello. Ovviamente non attendo nessuno, visto che questo weekend tutte le mie nuove conoscenze si sono sparpagliate ai quattro angoli del globo... Dallo spioncino vedo due figure maschili dotate di inevitabile borsa. Cravatta distinta e faccia pulita, decido di aprire, tenendo il linea mia cugina a telefono in modo che chiami la polizia se tentano qualche mossa improvvisa. Ma siamo in Svizzera, e quindi può accadere solo il peggio del peggio: i testimoni di Geova!!!!!!

Inizialmente il problema di comunicazione in tedesco sembra potermi salvare, ma sfortunatamente uno dei due mi tira fuori l'italiano. Immediatamente lo riconosco come un conterraneo dai suoi tratti mediterranei e la situazione si dipinge come un luminoso Luca Giordano. "Siamo testimoni di Geova", dichiarazione di lavoro la definirei. Subito mi dichiaro cattolico, bellicoso quindi. Tentano di smontarmi dicendo che questa è una buona base su cui lavorare... Ma io resisto al rinculo e fermemente dico che non sono interessato. Al che ritorna all'attacco sulla fascia dicendo che vuole solo spiegare qualcosa sulle basi della Bibbia. Resisto e in tackle scivolato gli presento un netto rifiuto dovuto alla mia consolidata consapevolezza delle "basi della Bibbia". Cedono. Se ne vanno vinti ma non sconfitti. So che torneranno, se non il conterraneo qualche suo parente...

Conclusione: se il fisco non ti trova, perchè non chiede ai testimoni di Geova?

venerdì 9 novembre 2007

Stranezze e bassezze

Delle bassezze non posso parlare, ma ce ne sono, ce ne sono di persone che ne fanno, unicamente per spirito di contraddizione o per fare un dispetto inutile e dannoso (perfino autodannoso), parliamo invece delle stranezze: il barista mi fa la corte. Ora, oltre al fatto che potrei essere sua madre (e dico proprio sul serio) e quindi il ragazzo è assolutamente gerontofilo, è anche bruttissimo e repello, capelli unticci che di rado vedono l'acqua, grasso, grosso e suiniforme. Ora, io non sono venere, per quanto a quella di Milo magari le assomiglio un po' (cioè cortina e tondina), ma insomma direi che posso ancora aspirare a qualcosina in più di un post adolescente inzivato e lagnoso, ancorchè studente di ingegneria (e barista). Quindi sono diventata assolutamente scostante e apparentemente sempre imbufalita, in modo da scoraggiare il moccioso guaiolante. Macchè, che ve lo dico affà, mi ha detto "Quando ci possiamo vedere?" e io "scusa, in che senso?"... Vi lascio immaginare i balbettamenti vari. Insomma, invece di essere autunno pare sia primavera con il risveglio dei bollori. Ma che noia, mai che s'infoiasse per la sottoscritta il rampante di turno, un cinquantenne solida posizione, stipendio cospicuo, amante degli animali o anche il bohemien un po' attempato fornito di simpatica rendita e di pied a terre a marechiaro (anche a Pigalle va bene). Noooooo, solo spiantati, squattrinati, troppo giovani e rozzi tipi. Uffaaaa! Ve l'avevo detto, stranezze. E così di stranezza in bassezza va avanti la nostra vita, qui di fronte al mare, che ieri era liscio come l'olio sullo sfondo di un tramonto da favola e oggi è in tempesta, grigio, nervoso sotto un cielo scuro. Bah! Speriamo che il sabato e la domenica siano portatori di buone novelle.

giovedì 8 novembre 2007

Ipocondria in vacanza...


Devo riemergere da questo silenzio! Sì, devo, ma soprattutto voglio tornare sulle amate pagine del blog proprio all'interno di questa settimana che di straordinario ha soprattutto le ore di lavoro: record dei record, ieri sono stato in ufficio 13h... Credo che non sia mai successo nella mia precedente storia. Di certo c'entra il fatto che il lavoro è nuovo e mi interessa cercare di imparare il più possibile nel minor tempo possibile, ma anche l'aspetto climatico aiuta a non far venire in mente il grillo di andare girando per le strade (non sapendo tra l'altro dove andare).Questo lavoro sta assorbendo molte delle mie risorse, ma prima o poi troverò il mio snorkel per respirare...

Ma la notizia sensazionale è il sentirmi meno ipocondriaco del solito! Da quando sono qui, sarà anche la solitudine che mi costringe a non lamentarmi quanto vorrei, tendo a convincermi di stare bene. La scorsa settimana ho beccato il raffreddore, inevitabile con le temperature di qui. Ebbene, un giorno di naso colante e starnuti, la gola infiammata un pò, e il giorno dopo sentirmi abbastanza a posto da godermi un giorno di malattia e di riposo, necessario quanto riconciliante!

E ora, se riesco a superare la pigrizia, potrei addirittura diventare un sportivo e incominciare a frequentare una palestra... E da allora, la mia integrazione diventerebbe perfetta!

martedì 6 novembre 2007

Un giorno fantastico!

Oggi sono assolutamente da sola in ufficio (vabbè, tranne qualche desperados che ha deciso di farmi visita) e lavoro molto in beata tranquillità. Così si, che meraviglia! E pensare che a me non piaceva tanto lavorare da sola, dò il meglio di me in gruppo, sono un mediatore per vocazione. Ma devo rendere grazie a chi mi ha fatto apprezzare le meraviglie della solitudine, il valore del silenzio, la soddisfazione della produttività solipsistica, il ronzio delle meningi e lo sferragliare del mio computer. Mhhhhh! Approfitto della beata solitudo per postare apposita ricettina pescivendola:
Polpettine di pescespada
Vi serve: 1 bel pezzo di pescespada (peso a piacere - diciamo 500 gr.), pane a cassetta pari peso (più o meno), 1 uovo, vino bianco non cattivo e nemmeno eccelso (che se no vi piange il cuore), pecorino grattuggiato, un ciuffetto di prezzemolo tritato finissimo, 1 spicchio d'aglio piccolo piccolo (potete omettere se non vi va) tritato finissimo (quasi tipo purea). Poi ancora serve 1/2 Kg. di pomodorini, 1 spicchio d'aglio, olio per friggere (io lo faccio con l'extravergine per avere un'alta temperatura di crack dell'olio, voi fate come vi pare).
Ora possiamo partire. Bollite il pescespada, scolatelo e pulitelo della pelle, della lisca e di qualsivoglia parte non mangereccia, e sbriciolatelo bene bene, sempre con le manine sante ben lavate (naturalmente potete fare il piatto con qualunque pesce, bien sure), bagnate velocemente il pane a cassetta nel vino bianco, strizzatelo e unitelo al pesce. Unite quindi l'uovo, il pecorino, un pizzico di sale, un po' di pepe macinato fresco, il prezzemolo e l'aglio. Mischiate tutto e impastate bene. Ricavate ora delle polpettine grandi come una noce (vi conviene e poi sono più carine), friggetele in olio ben caldo finchè saranno dorate e mettetele ad asciugare su della carta.
A parte in una padella preparate una salsetta veloce con i pomodorini e lo spicchio d'aglio, fatela cuocere pochissimo, solo il tempo per il pomodoro di sfarsi e poi mettetevi le polpettine, dategli una girata ed ecco fatto! Delizia per grandi e piccini!
Vi gusta il linguaggio desueto da Talismano della Felicità (quello che qualunque donna degna di questo nome deve avere in casa)? Una ricetta non è una ricetta se non si usano le paroline chiave "mondare", "ponete", "a neve ben ferma", etc. etc. e a me piace moltissimo, mi si arrotano le parole in bocca anche solo a scriverle. Oh, a proposito, potete avere un voto alle vostre esecuzioni, ma solo se me le portate da saggiare. Capito??? Ci vuole l'apposito obolo, ho detto!

domenica 4 novembre 2007

Un uomo a pezzi...


Oggi sono a pezzi: ieri sono stato almeno 10h da Ikea a scegliere l'arredamento per la mia nuova casa! Il risultato è potenzialmente apprezzabile: ho comprato n-cose che a mio modo di vedere renderanno gli spazi bene attrezzati e che conserveranno quella luminosità estrema che tanto importante è per il sottoscritto. Essere napoletano significa anche per me essere un appassionato della luce: l'oscurità, che pure le fa da contraltare fondamentale, non riesce a innescare quei meccanismi di appapagnamento e di pigrizia che sono il sale della vita cittadina, soprattutto nelle giornate di festa...


In ogni caso, l'operazione è all'85% perchè mancano alcuni dettagli anch'essi importanti. Sono tuttavia soddisfatto e purtroppo mi sono anche accorto di essere andato oltre il limite delle mie miserrime forze cerebrali. Vi dettaglio il mio stato di stamattina: gambe indolenzite con tipico effetto sconocchiamento durante la deambulazione. Si spiega con le 8 ore in piedi a camminare per le stanze. Spalla destra dolorante causa sollevamento del piano della futura scrivania. Occhio sinistro ammarrato: non lo so, ma vedo una pellicola biancastra davanti alla pupilla... Gola infiammata, postumo della settimana precedente...

Insomma ho la casa, avrò i mobili, li dovrò montare e anche riempire, ma dopo ci vorrà una vacanza, una lunga vacanza!

giovedì 1 novembre 2007

Notizie...


Ho la televisione italiana e guardo i telegiornali con più interesse di quando me ne stavo a Napoli. Forse anestetizzato dalla realtà di tutti i giorni, allora mi disinteressavo di tutto e cercavo di lasciarmi passare davanti una serie di cose...

Qui però ascolto le notizie e ci penso pure... Ebbene, dall'Italia provengono una serie di disgrazie multiple che mi fanno pensare che il bel Paese non sia poi bello come lo facciamo apparire... Oppure noi italiani abbiamo il gusto per le cose orrende che possono succedere e ci fa piacere raccontare di tristezze... Credo che in questo ci sia un buon bilanciamento: che siamo morbosi, lo dimostra il "Giallo di Cogne" per il quale l'accanimento è stato disumano e irrispettoso del fatto in sè, come solo la stampa sa essere quando viene sollecitata dal pubblico assetato di notizie sempre più vuote di significato ancorchè cruente...

Però oggi ho sentito una cosa che mi ha colpito: si è suicidato un ragazzino di pochi anni a Ischia. Si è impiccato: il dettaglio era fondamentale per tutta l'Italia e ne ringraziamo sentitamente il giornalista... E la banalizzazione di una tragedia simile è sbrigare la faccenda con: era bravissimo a scuola, lo prendevano in giro e quindi... Per poi squarciare il velo sulla solita dietrologia, per cui in quella scuola troppi suicidi negli ultimi 13 anni... Perchè sono colpito? Per due motivi fondamentali: il primo è che io ero uno di quelli proprio secchioni, però non mi sono mai sentito troppo solo da non sopportarlo... Il secondo motivo è che noi italiani non siamo mai stanchi di ricevere brutte notizie e di pensare ai retroscena più o meno tragici. La nostra non è sempre partecipazione al dolore, quanto istinto cinematografico a cercare un criminale colpevole delle cose che succedono e che il più delle volte meriterebbero solo il silenzio di chi niente sa e niente conosce, e non le solite parole in libertà di veline di turno e di pseudo-psichiatri-psicologi che di infantile hanno il cervello e non la specializzazione!


Mi voglio ribellare a questo andare, anche se sono un extracomunitario. Non voglio il telegiornale delle belle notizie, ma quello delle notizie e non dei commenti stupidi e superficiali di chi si deve adattare ai tempi televisivi e quindi riduce il suo pensiero a una semplificazione della vita di chi non ha mai conosciuto. La sagra della generalizzazione è la piaga che ci affligge in questo mondo massivo, dove un granello di sabbia diventa una frana perchè le pagine di un giornale e i 30 minuti di un Tg vanno riempiti!

Riposo vs Lavoro

Ma cosa scopro mai? Mentre noi abbiamo la festa di Tutti i Santi, in Svizzera si lavora. Accidenti che stakanovisti! Una cosa così civile come una bella festa in un periodo in cui non ce ne sono proprio, che quando ti capita in un giorno favorevole della settimana, tipo martedì o meglio ancora giovedì, ti dà la simpatica possibilità di fare un bel ponte, una festa che hai anche la scusa che ti raccogli in preghiera, oppure che vai a trovare i tuoi parenti, insomma una festa giustificata, anzi giustificatissima e in Svizzera niente. La patria del cioccolato, con tante belle chiesette e niente festa. E' un'ingiustizia, acci. è proprio una grande ingiustizia. E così il nostro maestro è al lavoro e noi invece ci riposiamo alla grande. Approfitto del riposo per arricchire la rubrica Scuola di cucina, e oggi vi propongo:
Involtini di pesce bandiera (o spatola in sicilia)
Vi servono: 1 bel pesce bandiera (che sarebbe quel pesce a forma di serpente lungo lungo ed argentato, se il pescivendolo è gentile oppure se non lo sapete fare, ve lo fate anche sfilettare), 1 spicchio d'aglio, pane grattuggiato, prezzemolo, olio extravergine, capperi, pecorino grattuggiato, pepe nero fresco o peperoncino, tutto q.b. (a uocchio, vi ricordate?).
Prendete il pesce bandiera che vi siete fatti pulire e tagliare a pezzi, un bel coltellino affilato, e guardate attentamente il primo pezzo, poggiato su un fianco (il pesce, non voi); noterete che c'è un sottile riga nera esattamente al centro del pesce, su questa fate un bel taglio profondo fino a toccare la spina, poi inclinate il coltello e tagliate via la carne del pesce rasente alla lisca fino al bordo del pezzo. Separate carne e lisca, lasciando la parte finale in modo da non tenere con voi nessuna spina. Avete fatto il vostro primo filetto di pesce e da ogni pezzo di pesce ne vengono 4. Ricavate tanti bei filettini lunghi 7 / 8 centimetri. Bene, ora prendete aglio, capperi, prezzemolo e tritateli finemente, quindi mischiateli con tutti gli altri ingredienti, girando bene bene con le manine sante. Non mettete tanto olio, il composto deve rimanere abbastanza sciolto. I siciliani fanno questo piatto non con il pane grattuggiato industriale ma con il pane stantio frullato ben bene.
Ora prendete ciascun filetto di pesce (attenzione! con la pelle rivolta all'interno del futuro involtino, insomma mettetelo sul tagliere con la pelle all'insù, in modo che poi la pelle tirerà in cottura e stringerà l'involtino) metteteci su un pizzico dell'impasto (un bel pizzico) e avvolgete su sé stesso il filetto di pesce. Prendete il rotolino e mettetelo in una teglia, non c'è alcun bisogno di fermarlo, lo fa da sè. Quando avete riempito tutti gli involtini versate un filo d'olio e mettete in forno caldo a 180° per una mezz'oretta. Potete anche mettere sul fornello, in tal caso è sufficiente un quarto d'ora per la cottura. Se lo servite mettendo gli involtini cotti in un piatto di portata con mazzetti di prezzemolo, farete anche un figurone, eppure è una ricetta scemissima.
Oltre che con il pesce bandiera si può fare anche con il pescespada, avendo l'accortezza di farsi tagliare una fetta alta 3 dita dal pescivendolo e poi ci ricavate i filetti tagliando fettine sottili dall'altezza. In questo caso però gli involtini vanno fermati con uno stecchino. Io uso stecchini più grandicelli e infilo tre involtini su ciascuno. Il massimo!

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